NCIS: Una lenta rinascita 12/?
Feb. 8th, 2009 05:14 pm![[identity profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/openid.png)
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Ci sono voluti sei mesi prima che riuscissi a scrivere un nuovo capitolo. Potrei inserire una lunga lista di motivi per cui è accaduto, ma penso che preferiate poter leggere il nuovo capitolo di questa storia. Attualmente la mia beta reader non è disponibile, quindi il capitolo è stato rivisto e corretto soltanto da me.
Visto che oggi è il suo compleanno questo capitolo è dedicato a Lights
Visto che oggi è il suo compleanno questo capitolo è dedicato a Lights

Titolo: Segreti e scoperte
Genere: generale, romantico
Rating: per tutti
Avvisi: AU, Kate Todd è sopravvissuta all'attentato di Ari
Personaggi: un po' tutti
N. parole: 942
3x14 La dormiente (Light Sleeper)
Prima ancora che l'ascensore finisse la corsa, McGee sentì l'assordante musica proveniente dal laboratorio di Abby. Nonostante fosse preparato, l'impatto sulle sue orecchie quando si aprirono le porte non fu affatto piacevole. Abby non si vedeva ma Gibbs le aveva ordinato di spegnere lo stereo quando si allontanava, quindi doveva essere nei paraggi. Durante i provvidenziali pochi secondi di pausa tra un brano e l'altro sentì delle risate provenire dall'ufficio. Avanzò perplesso, fino a quando non scorse gli zatteroni di Abby dietro la scrivania.
Sedute a terra, con la schiena poggiata contro uno scaffale e in mano dei panini da cui spuntavano foglie di lattuga e pezzi di tofu, c'erano Abby e Kate, impegnate a scambiarsi confidenze o chissà che altro.
- Tim! - esclamò allegramente Abby mentre si alzava e correva ad abbracciarlo.
Il giovane arrossì sotto lo sguardo divertito di Kate che con calma si alzò a sua volta.
- Devo lasciarvi soli? - chiese con un sorriso ironico che fece imporporare ulteriormente le guance di McGee.
- Kate! - proruppe Abby indignata, voltandosi a lanciarle un'occhiataccia di avvertimento prima di riportare l'attenzione sul nuovo venuto.
- Allora, cosa succede di interessante al terzo piano della nostra amata agenzia?
McGee deglutì, cercando di superare il nervosismo, prima di rispondere.
- Abbiamo in custodia il sergente Malcolm Porter, il marito di una delle vittime, - fece una pausa, ricordandosi improvvisamente un'altra cosa e aggiunse, rivolto a Kate:
- Gibbs vuole che tu assista all'interrogatorio.
La giovane si allarmò e immediatamente controllò il cellulare che aveva attaccato alla cintura.
- Non ci sono chiamate o messaggi, - disse perplessa, raccogliendo in fretta le sue cose sparse per la stanza e buttandole in borsa alla rinfusa.
- Il sergente è talmente ubriaco che per poco non ci ho rimesso il vestito. Adesso Tony e Ziva lo stanno riempiendo di caffè, ci chiameranno loro quando sarà il momento, - spiegò rapidamente McGee.
Kate sospirò sollevata, deludere Gibbs, anche solo con un ritardo, era qualcosa che preferiva evitare.
Si rivolse nuovamente verso il collega:
- McGee, mentre aspettiamo fammi un riassunto.
Il giovane si schiarì la voce, nervoso come un ragazzino interrogato davanti a tutta la classe, e cominciò a raccontare quanto sapeva dell'omicidio delle due donne di origine coreana cercando di non tralasciare nulla.
- ...per fortuna è arrivato Gibbs, me l'ha tolta di mano e sembrava sapere esattamente cosa fare...
- Gibbs con un neonato in braccio? - esclamò Abby stupita, interrompendo il monologo di Tim. Ed aggiunse:
- Oh come vorrei aver visto la scena! E dici che sapeva quello che stava facendo?
McGee annuì e spiegò:
- La bambina piangeva e la madre sembrava in difficoltà nel prepararle il biberon, allora gliel'ha passata e, come se niente fosse, ha continuato a farle domande mentre preparava lui la miscela.
Abby saltellava estasiata dalla scoperta e poneva domande a raffica a McGee. Nessuno dei due si accorse che la loro amica era impallidita e si era allontanata.
Kate passò davanti all'ascensore e proseguì verso le scale, volendo restare sola per qualche momento.
Non per la prima volta si chiese come convivesse Gibbs con il proprio passato, quello di cui non parlava mai e che era stato accuratamente cancellato dal suo file all'NCIS e di cui all'apparenza non c'erano tracce nemmeno nella sua casa. Si chiedeva se lui sapesse, o per lo meno sospettasse, che prima di permettergli di salire sull'Air Force One lei avesse letto la versione integrale del suo fascicolo, quella che comprendeva tutti i dettagli del suo passato, comprese alcune foto. Inizialmente non aveva capito perché Gibbs avesse deciso di mantenere segreta la sua vita privata precedente all'ingresso nell'agenzia, ma con il passare del tempo pensava di aver colto qua e la qualche indizio su quelli che dovevano essere i suoi motivi.
Come al solito venne colta di sorpresa dall'oggetto dei suoi pensieri.
- Agente Todd, il governo ti paga per lavorare non per fantasticare.
- Gibbs! - esclamò lei, cercando di mascherare l'imbarazzo.
- Sala interrogatori uno. Fatti mettere al corrente da Ziva e DiNozzo, - fu la secca risposta che ottenne.
Kate non fece in tempo a dire nulla che lui era scomparso dentro l'ascensore, probabilmente diretto al laboratorio.
Scuotendo la testa entrò nella saletta d'osservazione.
- Com'è andato il training emotivo? - chiese Tony, sul volto uno di quei suoi sorrisi ironici che detestava.
- Benissimo, - rispose con un sorriso smagliante e aggiunse:
- Appena l'oratrice si è accorta che il nostro team era parzialmente assente ha tirato un sospiro di sollievo e ci siamo tutti rilassati, per lo meno fino a quando Abby non mi ha chiesto di sparare a due tizi dell'amministrazione che, a suo parere, volevano fraternizzare troppo.
Questo fece ridere Ziva e, come previsto, lasciò su DiNozzo un'espressione di disappunto per non essere stato presente a godersi la scena.
Un attimo dopo si aprì la porta dell'altra stanza e l'ingresso di Gibbs riportò l'attenzione del trio al caso in corso.
Il compito di Kate in queste occasioni era principalmente quello di osservare attentamente gli interrogati e tracciarne un profilo, ma per qualche ragione che nemmeno lei riusciva a spiegarsi, stava ignorando quasi del tutto il sergente Porter, mentre la sua attenzione era rivolta verso il suo capo.
C'era nella sua mente un pensiero che non riusciva a scacciare e non capiva come si fosse formato.
“Da quando sono affascinata dai capelli grigi?”
Era un pensiero inquietante, soprattutto perché aveva la sensazione che non si trattasse di una preferenza generale di cui non si era mai resa conto prima, ma di qualcosa di più specifico a cui temeva di dare un nome.
L'unica cosa che poteva sperare adesso era che il caso venisse risolto in fretta perché non vedeva l'ora di poter tornare a casa a rimuginare su questa sua preoccupante scoperta..
Sedute a terra, con la schiena poggiata contro uno scaffale e in mano dei panini da cui spuntavano foglie di lattuga e pezzi di tofu, c'erano Abby e Kate, impegnate a scambiarsi confidenze o chissà che altro.
- Tim! - esclamò allegramente Abby mentre si alzava e correva ad abbracciarlo.
Il giovane arrossì sotto lo sguardo divertito di Kate che con calma si alzò a sua volta.
- Devo lasciarvi soli? - chiese con un sorriso ironico che fece imporporare ulteriormente le guance di McGee.
- Kate! - proruppe Abby indignata, voltandosi a lanciarle un'occhiataccia di avvertimento prima di riportare l'attenzione sul nuovo venuto.
- Allora, cosa succede di interessante al terzo piano della nostra amata agenzia?
McGee deglutì, cercando di superare il nervosismo, prima di rispondere.
- Abbiamo in custodia il sergente Malcolm Porter, il marito di una delle vittime, - fece una pausa, ricordandosi improvvisamente un'altra cosa e aggiunse, rivolto a Kate:
- Gibbs vuole che tu assista all'interrogatorio.
La giovane si allarmò e immediatamente controllò il cellulare che aveva attaccato alla cintura.
- Non ci sono chiamate o messaggi, - disse perplessa, raccogliendo in fretta le sue cose sparse per la stanza e buttandole in borsa alla rinfusa.
- Il sergente è talmente ubriaco che per poco non ci ho rimesso il vestito. Adesso Tony e Ziva lo stanno riempiendo di caffè, ci chiameranno loro quando sarà il momento, - spiegò rapidamente McGee.
Kate sospirò sollevata, deludere Gibbs, anche solo con un ritardo, era qualcosa che preferiva evitare.
Si rivolse nuovamente verso il collega:
- McGee, mentre aspettiamo fammi un riassunto.
Il giovane si schiarì la voce, nervoso come un ragazzino interrogato davanti a tutta la classe, e cominciò a raccontare quanto sapeva dell'omicidio delle due donne di origine coreana cercando di non tralasciare nulla.
- ...per fortuna è arrivato Gibbs, me l'ha tolta di mano e sembrava sapere esattamente cosa fare...
- Gibbs con un neonato in braccio? - esclamò Abby stupita, interrompendo il monologo di Tim. Ed aggiunse:
- Oh come vorrei aver visto la scena! E dici che sapeva quello che stava facendo?
McGee annuì e spiegò:
- La bambina piangeva e la madre sembrava in difficoltà nel prepararle il biberon, allora gliel'ha passata e, come se niente fosse, ha continuato a farle domande mentre preparava lui la miscela.
Abby saltellava estasiata dalla scoperta e poneva domande a raffica a McGee. Nessuno dei due si accorse che la loro amica era impallidita e si era allontanata.
Kate passò davanti all'ascensore e proseguì verso le scale, volendo restare sola per qualche momento.
Non per la prima volta si chiese come convivesse Gibbs con il proprio passato, quello di cui non parlava mai e che era stato accuratamente cancellato dal suo file all'NCIS e di cui all'apparenza non c'erano tracce nemmeno nella sua casa. Si chiedeva se lui sapesse, o per lo meno sospettasse, che prima di permettergli di salire sull'Air Force One lei avesse letto la versione integrale del suo fascicolo, quella che comprendeva tutti i dettagli del suo passato, comprese alcune foto. Inizialmente non aveva capito perché Gibbs avesse deciso di mantenere segreta la sua vita privata precedente all'ingresso nell'agenzia, ma con il passare del tempo pensava di aver colto qua e la qualche indizio su quelli che dovevano essere i suoi motivi.
Come al solito venne colta di sorpresa dall'oggetto dei suoi pensieri.
- Agente Todd, il governo ti paga per lavorare non per fantasticare.
- Gibbs! - esclamò lei, cercando di mascherare l'imbarazzo.
- Sala interrogatori uno. Fatti mettere al corrente da Ziva e DiNozzo, - fu la secca risposta che ottenne.
Kate non fece in tempo a dire nulla che lui era scomparso dentro l'ascensore, probabilmente diretto al laboratorio.
Scuotendo la testa entrò nella saletta d'osservazione.
- Com'è andato il training emotivo? - chiese Tony, sul volto uno di quei suoi sorrisi ironici che detestava.
- Benissimo, - rispose con un sorriso smagliante e aggiunse:
- Appena l'oratrice si è accorta che il nostro team era parzialmente assente ha tirato un sospiro di sollievo e ci siamo tutti rilassati, per lo meno fino a quando Abby non mi ha chiesto di sparare a due tizi dell'amministrazione che, a suo parere, volevano fraternizzare troppo.
Questo fece ridere Ziva e, come previsto, lasciò su DiNozzo un'espressione di disappunto per non essere stato presente a godersi la scena.
Un attimo dopo si aprì la porta dell'altra stanza e l'ingresso di Gibbs riportò l'attenzione del trio al caso in corso.
Il compito di Kate in queste occasioni era principalmente quello di osservare attentamente gli interrogati e tracciarne un profilo, ma per qualche ragione che nemmeno lei riusciva a spiegarsi, stava ignorando quasi del tutto il sergente Porter, mentre la sua attenzione era rivolta verso il suo capo.
C'era nella sua mente un pensiero che non riusciva a scacciare e non capiva come si fosse formato.
“Da quando sono affascinata dai capelli grigi?”
Era un pensiero inquietante, soprattutto perché aveva la sensazione che non si trattasse di una preferenza generale di cui non si era mai resa conto prima, ma di qualcosa di più specifico a cui temeva di dare un nome.
L'unica cosa che poteva sperare adesso era che il caso venisse risolto in fretta perché non vedeva l'ora di poter tornare a casa a rimuginare su questa sua preoccupante scoperta..
8 febbraio 2009
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