ext_84794: Kate Todd (gibbs)
Domaris68 ([identity profile] domaris68.livejournal.com) wrote in [community profile] speakingofdreams2009-07-27 12:30 am
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NCIS: Interlude 5/?

Titolo: In spiaggia
Genere: malinconico, romantico
Rating: per tutti
Avvisi: AU, spoilers sesta stagione
Personaggi del capitolo: Gibbs, Kate Todd, Mike Franks
N. parole: 2.266

Note: Non conosco lo spagnolo, le parole riportate nei dialoghi (evidenziate in italico) sono state controllate con un traduttore online. Per chi avesse difficoltà a capire alla fine di ogni capitolo troverete la traduzione.

Dal momento che parto domani mattina ed ho finito e fatto correggere il capitolo a tempo di record questa sera, lascio in sospeso la cover grafica fino al mio ritorno. Ringrazio Joy per tutta la pazienza, l'appoggio, le punzecchiate e le notazioni che mi hanno accompagnata in questi ultimi giorni, se ce l'ho fatta in tempo è tutto merito suo.


In spiaggia

Mike sedeva al solito posto all'ombra della veranda con una birra tra le mani e lo sguardo puntato verso la spiaggia, dove più di un'ora prima aveva visto allontanarsi il pivello e la sua ex agente per la solita corsa mattutina.
Fondamentalmente era un solitario, un uomo a cui piaceva la compagnia solo quando era lui a cercarla. Eppure non aveva esitato ad ospitare Gibbs quando si era presentato alla sua porta e non aveva protestato quando era stato chiaro che la giovane donna sarebbe rimasta almeno per un po'. Seguire quel che gli dettava l'intuito era qualcosa in cui era bravo, in tanti anni non aveva mai sbagliato e aveva insegnato a Gibbs a fare la stessa cosa. Sperava solo che l'istinto dell'ex marine non si fosse deteriorato nell'esplosione.
Posò sul pavimento la bottiglia ormai vuota e tolse il pacchetto di sigarette dal taschino della camicia per accendersene una.
* * * * *

Kate si buttò sulla spiaggia, il fiato corto e i muscoli doloranti.
- Basta! - esclamò allungando le braccia all'indietro e affondando le mani nella sabbia.
Un'ombra si fermò alle sue spalle e lei piegò la testa all'indietro fino ad incrociare lo sguardo ironico di Gibbs.
- Già stanca? - le chiese.
- Sono in vacanza, non al campo di addestramento, - rispose lei con una smorfia.
L'ex marine si lasciò cadere accanto a lei, prima di rispondere con tono serio.
- Non è un buon motivo per essere pigri.
Kate non poté fare a meno di ridere.
- Essere buttata giù dal letto all'alba, per correre fino a quando non ho i muscoli indolenziti e il sole non mi ha cotto la testa, difficilmente è catalogabile come pigrizia.
- Un agente federale deve tenersi sempre in forma. Anche nel caso finisse dietro una scrivania, - aggiunse prima che lei potesse aprire bocca.
- E tu? Ti consideri ancora un agente? - gli chiese con curiosità anche sapendo che probabilmente non avrebbe risposto.
Nei giorni trascorsi dal suo arrivo avevano corso, nuotato, lavorato al tetto, riscaldato pietanze surgelate, raccontato e ascoltato vecchie storie ma niente era stato detto sul motivo per cui Gibbs si trovava lì e che intenzioni avesse per il futuro.
Lui fece spallucce, in tutta la sua vita non c'erano stati molti momenti di inattività, mantenersi in forma era parte di lui, qualsiasi cosa avesse deciso una volta finito di riparare il tetto di Mike.
Guardò la donna accanto a sé, scuotendo impercettibilmente la testa, divertito dal suo abbigliamento. Sopra i calzoncini corti infatti indossava una sua maglietta che la proteggeva dal forte sole messicano a cui la sua pelle non era ancora abituata. La maglia, per quanto vecchia e troppo grande, non nascondeva in alcun modo la sua bellezza.
Il ricordo del loro primo incontro gli regalò l'accenno di un sorriso. Non poteva negare che non fosse stata solo la sua determinazione a colpirlo, era anzi certo che se le circostanze non lo avessero portato ad offrirle un lavoro, quella sera di tre anni prima le avrebbe chiesto un passaggio e probabilmente anche un appuntamento.
Era stato difficile resistere alla tentazione avendola attorno quasi ogni giorno, soprattutto quando si trovavano a condividere spazi angusti su qualche nave della marina. Si era trovato quasi al punto di cedere in diverse occasioni. L'ultima, circa un anno prima, quando aveva rischiato di perderla per mano di Ari. L'arrivo di Jenny Shepard alla guida dell'agenzia, con tutti i ricordi di delusione e tradimento che si portava appresso, lo aveva fatto desistere una volta per tutte.
Gibbs fece un sorriso amaro, talvolta i ricordi tornavano all'improvviso, come quelli riguardanti l'attuale direttore dell'NCIS. Ed ora ricordava chiaramente che la regola dodici era una diretta conseguenza della disastrosa relazione con lei.
Il silenzio stava cominciando a mettere a disagio Kate che si volse a guardarlo poi, con tono leggero, disse:
- Lo sai, mi ero quasi convinta a tingermi i capelli di rosso l'anno scorso. Per farmi notare da quello scorbutico del mio capo.
- Kate... - cercò di fermarla prima che dicesse qualcosa di cui avrebbe potuto pentirsi.
Ma lo interruppe e continuò come se niente fosse.
- Hey, non è che tu possa licenziarmi adesso. E ti sfido a negare di non averlo sempre saputo. Ci sono state occasioni in cui ho pensato che anche tu avresti voluto qualcosa di diverso dal rispettare quella tua dannata regola sui rapporti tra colleghi.
- Kate, quella 'dannata' regola esiste per una 'dannata' buona ragione, - replicò lui seccato.
- Certo, serve solo a tenerci tutti a distanza di sicurezza, tra noi ma soprattutto da te. Perché sei stato ferito una volta e non vuoi correre il rischio che accada di nuovo, - rispose lei contrariata.
Gibbs si alzò di scatto, togliendosi la maglia e senza una parola si diresse verso l'acqua, intenzionato a farsi una nuotata e a dimenticare quello che Kate aveva così chiaramente capito.
Tornò indietro solo quando si sentì più calmo. Soltanto in quel momento si rese conto che la donna non lo aveva seguito in acqua. La cercò con lo sguardo, era ancora seduta dove l'aveva lasciata e non si era nemmeno tolta la maglia.
- Hey, non fai il bagno? - la apostrofò avvicinandosi e buttandosi di nuovo sulla sabbia, incurante del fatto che, bagnato com'era, gli si sarebbe attaccata addosso.
Kate si limitò a scuotere la testa, lasciandolo perplesso e inducendolo a darle un'occhiata più attenta. Percorse con lo sguardo il suo corpo, notando che la pelle stava cominciando a prendere colore a parte sul naso dove era un po' arrossata, ma la crema che portava sempre in tasca l'avrebbe protetta meglio del sottile cotone della maglia. Kate si passò nervosamente una mano tra i capelli e in quel momento Gibbs notò il cordoncino rosso del costume legato dietro al collo. Non era un particolare a cui normalmente avrebbe fatto caso, ma da quando la giovane donna era arrivata aveva sempre indossato semplici costumi interi di foggia sportiva, tanto che Franks qualche giorno prima, con il suo solito tono sarcastico, gli aveva chiesto se non fosse il caso di portarla in paese a fare acquisti.
Qualcosa non gli quadrava ed aveva l'impressione che avrebbe dovuto sapere di cosa si trattasse. La Kate che ricordava amava farsi notare indossando abiti che mettessero in mostra la sua femminilità. Non si sarebbe spinta ad indossare il bikini portoricano che DiNozzo le aveva regalato pochi mesi dopo il suo ingresso nella squadra, ma non si sarebbe nemmeno nascosta dentro quei costumi che ne sminuivano l'aspetto senza un motivo.
All'improvviso capì che nascondersi era proprio quello che stava facendo. Un anno prima era stata gravemente ferita e si era salvata solo grazie alla tempestività dei soccorsi e alla bravura dei chirurghi di Bethesda. Chiuse gli occhi e dai meandri della sua memoria ancora malconcia emerse un'immagine. Kate a terra pallida come morta, DiNozzo accanto a lei, le mani ricoperte di sangue mentre le premeva sul suo fianco per tentare di rallentarne la fuoriuscita e lui che sbraitava nell'auricolare perché gli aiuti arrivassero prima che fosse troppo tardi. Doveva essere rimasta una cicatrice di tutto rispetto a ricordarle l'accaduto e, evidentemente, a metterla a disagio.
- Andiamo, se non ti dai una rinfrescata mi svieni sulla strada del ritorno! - Le disse prendendola per un braccio e facendola alzare con lui.
Kate si divincolò, l'indignazione chiaramente visibile negli occhi quando si volse a guardarlo.
- Non ho bisogno che tu mi dica cosa fare!
Gibbs sorrise impercettibilmente, questa era la reazione che stava aspettando.
Senza darle il tempo di reagire, la cinse saldamente in vita con una mano e fece scorrere l'altra sotto la maglietta fino alla vita, dove Kate riuscì a fermarlo, prendendogli il polso con forza.
- Non farlo, - fu tutto quello che riuscì a dire.
Lui scosse la testa e la strinse più forte, facendola aderire al suo corpo prima di parlarle direttamente all'orecchio.
- Non vergognartene, Kate. E' la prova che sei una donna forte e coraggiosa, bella dentro quanto lo sei esteriormente.
Si accorse che tremava e gentilmente le accarezzò la schiena, confortandola in silenzio.

Kate era sconvolta dalla facilità con cui Gibbs aveva individuato il segreto che la accompagnava sin dal primo momento in cui si era guardata allo specchio odiando quel riflesso con tutta se stessa. Ed era così sorpresa dalla sensazione di sicurezza che le dava l'essere stretta tra quelle braccia che quasi non si accorse quando la mano sul suo fianco cominciò a salire. Fu lo shock di avvertire il calore di quella grande mano calda sulla pelle a farla reagire, cercando di sciogliersi dall'abbraccio.
Ma la stretta di Gibbs era ferrea e la sua voce gentile.
- Lasciamela vedere.
Kate scosse la testa, prima di rendersi conto che il viso dell'uomo era così vicino al suo che poteva sentire la barba contro i capelli.
- E' brutta, - disse allora con un filo di voce, sperando di convincerlo a fermarsi.
Kate lo sentì sospirare ed avvertì un brivido quando l'aria calda le sfiorò la guancia.
- Ti fidi di me? - le chiese improvvisamente.
Mentire non era possibile, quest'uomo aveva molti difetti ma non si poteva non fidarsi di lui. Per questo gli lasciò andare il polso e si irrigidì, in attesa che le togliesse la maglia.
Invece Gibbs fece scorrere la mano sulla sua pelle fino a quando il pollice non incontrò l'inizio della cicatrice. Era una sensazione strana, molto diversa da quando era lei stessa a toccarla e improvvisamente fu percorsa da un brivido di ben altra natura, rendendosi conto della tenerezza con cui il polpastrello calloso di Gibbs accarezzava la sua pelle.
Lui scelse quel momento per prenderla di nuovo saldamente in vita e scostarla leggermente da sé. Kate aveva il viso in fiamme e cercò di nascondersi appoggiando la fronte sulla sua spalla, ma Gibbs non glielo permise, scostandole una ciocca di capelli dal viso e costringendola a guardarlo negli occhi. Senza dire una parola la condusse al margine della spiaggia, dove oltre le rocce alcuni alberi proiettavano un po' di ombra
Kate era sempre più confusa ma non protestò quando lui prese tra le mani l'orlo della maglia e lentamente, senza staccare gli occhi dai suoi, gliela tirò su.
Un'occhiata silenziosa le fece alzare le braccia e la maglia venne tolta e gettata a terra. Non si era mai sentita altrettanto vulnerabile e d'istinto cercò di coprirsi il fianco. Lui la fermò e lentamente abbassò lo sguardo mentre Kate lo osservava per cogliere il momento in cui la sua espressione le avrebbe rivelato la verità, indipendentemente da quello che lui avrebbe potuto dirle.
L'espressione di Gibbs rimase indecifrabile e Kate trattenne il fiato fino a quando lui non rialzò lo sguardo e, senza nessun preavviso, la baciò con una tenerezza che spense sul nascere ogni sua protesta.
Quando il bacio finì c'era un lieve sorriso sulle labbra di entrambi e Gibbs, senza lasciarla andare, si lasciò guidare dall'istinto, facendo un passo indietro per sedersi sulla roccia che aveva alle spalle.
Kate lo guardò perplessa e arrossì quando la attirò più vicina.
- Stai ferma, - le ordinò in un sussurro, prima di sporgersi in avanti.
Le uscì dalla gola un suono che era quasi un singhiozzo quando avvertì il contatto di quelle labbra calde sulla pelle. Quando sfiorarono i contorni della cicatrice, Kate dovette chiudere gli occhi sperando di riuscire a trattenere le lacrime.

Un campanello d'allarme risuonò nella mente di Gibbs. Non aveva avuto intenzione di spingersi fino a questo punto, ma quando l'aveva avuta tra le braccia non era bastata tutta l'autodisciplina imparata nel corpo dei marines per indurlo a fermarsi. Si staccò da lei, cercando di non essere troppo brusco. Kate aveva gli occhi lucidi e le labbra socchiuse e per un attimo fu tentato di riprendere a baciarla. Scosse la testa per schiarirsi le idee e raccolse da terra la maglia, porgendogliela.
- Sarà meglio tornare indietro prima che Mike venga a cercarci.
Lei annuì, cercando di ricomporsi, frastornata da quanto accaduto tra loro.
Gibbs si avviò in direzione della casa, poi si volse indietro con un sorriso ironico.
- E se ti vedo indossare di nuovo uno di quegli orribili costumi interi te lo strappo di dosso.
* * * * *

Franks stava armeggiando nel cofano del camion quando, con la coda dell'occhio, vide tornare gli altri due. Non aveva l'orologio al polso ma era sicuro che fosse passato più tempo del solito. Li osservò bene, mentre fingeva di continuare ad interessarsi al motore, e notò che c'era tra loro un'atmosfera diversa. La donna era accaldata e per qualche motivo non aveva fatto il bagno, mentre Gibbs aveva sul viso un sorriso a fior di labbra che ricordava di avergli visto solo molti anni prima, mentre corteggiava una o l'altra delle ex mogli.
- Hey Mike, il rottame funziona o devo metterci mano io? - chiese Gibbs a gran voce.
- Va che è una meraviglia, hai in mente qualcosa, pivello? - rispose di rimando.
- Kate ha degli acquisti da fare e una volta tanto possiamo permetterci una cena alla locanda al posto dei tuoi surgelati, - replicò l'altro mentre scambiava uno sguardo d'intesa con la donna che scrollando la testa entrò in casa.
Franks sorrise tra sé. Per lo meno Kate Todd non era un'altra delle rosse dell'ex marine e lo conosceva da abbastanza tempo per sapere con chi aveva a che fare. Non dubitava che nei prossimi giorni la sua pacifica esistenza avrebbe dovuto subire ulteriori scossoni ma era quasi certo che ne sarebbe valsa la pena.

Capitolo 4 | Indice |

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