ext_84794: Kate Todd (jack/ianto)
Domaris68 ([identity profile] domaris68.livejournal.com) wrote in [community profile] speakingofdreams2010-08-11 10:55 pm

Torchwood: Lo straniero (prologo di "The Kid in the Candy Shop")

Questa breve storia è nata un po' per caso, mentre ne stavo scrivendo un'altra, ancora il lavorazione, e ne è in qualche modo il prologo.


Titolo: Lo straniero
Genere: generale, malinconico
Rating: per tutti
Spoilers: TW: 2x05 Adam e, molto alla lontana CoE
Personaggi: Jack Harkness
N. parole: 868


Per Joy

Il bambino aveva uno spirito da avventuriero e amava esplorare i dintorni, soprattutto quando riusciva a sfuggire al controllo degli adulti e poteva gironzolare da solo, raccontandosi ogni genere di storia e fantasticando di un glorioso futuro tra le stelle. Temeva, come tutti, le orrende creature aliene che tentavano da anni di invadere la colonia ma non aveva ancora imparato ad avere paura degli uomini, probabilmente per questo non provò alcun timore il giorno che incontrò uno straniero sulla spiaggia.
L'uomo, alto e forte, indossava un lungo cappotto che gli sbatteva contro le gambe ad ogni soffio di vento e sembrava immerso nei suoi pensieri ma improvvisamente si volse verso il bambino e gli sorrise, sebbene i suoi occhi azzurri come il mare fossero molto tristi.
Il primo impulso per il bambino fu chiedergli se si era perso. Nessuno veniva mai sulla penisola di Boeshane a meno che non intendesse insediarsi nella comunità, ma per qualche motivo era sicuro che quest'uomo non fosse un colono.
- Cercavo proprio te, - gli disse sperando di essere rassicurante.
Il bambino rimase a fissarlo per lungo tempo, poi si avvicinò di un passo.
- Tu vieni da molto lontano, come puoi conoscermi? - dichiarò con la sicurezza tipica della sua età.
- E' perché vengo da più lontano di quanto tu possa concepire. Il mio mondo appartiene ad un universo parallelo in cui il tuo futuro è già stato scritto, - cercò di fargli capire nel modo più semplice possibile.
- Allora sai se diventerò un agente del tempo e viaggerò tra le stelle e avrò mille avventure? - chiese il bambino, gli occhi azzurri che brillavano di eccitazione.
- Non tutti gli universi sono uguali, il fatto che io stia parlando con te cambierà in qualche modo il tuo futuro e posso solo sperare di rendertelo meno difficile di quanto non sia stato il mio, - spiegò, ma l'espressione dubbiosa del bambino lo spinse a cambiare tattica.
- Non puoi nemmeno immaginare le possibilità che ti verranno offerte, le persone meravigliose che incontrerai, le avventure che vivrete insieme, ma sei abbastanza grande da sapere che possono accadere anche cose terribili e spaventose.
Il bambino annuì con grande serietà prima che la gioia per la parte positiva del racconto avesse il sopravvento sulle sue emozioni.
- Ma tu puoi dirmi cosa evitare? - domandò.
L'uomo sospirò prima di accovacciarsi fino a trovarsi faccia a faccia con il bambino.
- Non posso rivelarti molto perché un amico molto tempo fa mi ha insegnato che alcuni avvenimenti non possono essere modificati per non correre il rischio di destabilizzare l'intero universo. Ma ti dirò due cose importanti e voglio che tu le ricordi bene, - si interruppe in attesa.
Il bambino si dondolò per un attimo sulle gambe, poi fece un cenno di assenso, pronto a memorizzare quello che gli veniva detto.
- Non lasciare mai la mano di tuo fratello. Forse tu sarai abbastanza forte per non lasciare che ti sfugga tra le dita, ma se dovesse accadere allora cercalo, non mollare mai.
C'era angoscia nella voce dell'uomo e il bambino non poté fare a meno di tentare di consolarlo, abbracciandolo e promettendo che avrebbe fatto del suo meglio, anche se non capiva perché lo straniero era così preoccupato per il suo fratellino.
Durò pochi attimi, l'uomo si raddrizzò ed estrasse da una tasca uno strano spesso bracciale di cuoio che rivelò un marchingegno all'interno.
- Questo è un Manipolatore Vortex. Se diventerai un agente del tempo ne avrai uno molto simile un giorno, ma questo è modificato e non dovrai mai mostrarlo a nessuno. E' programmato in modo da portarti sempre da una certa persona, qualcuno che non conosci ancora ma sarà molto importante per te e avrete così poco tempo insieme che vorrai averlo conosciuto molto prima. Con questo potrai farlo e ogni volta ti riporterà esattamente da dove sei partito, - concluse porgendoglielo.
Il bambino tese una mano, incerto sfiorò il cuoio e osservò i pulsanti con curiosità. Poi alzò il viso rivelando uno sguardo colmo di domande.
- Perché non lo usi tu?
La tristezza negli occhi dell'uomo si fece più profonda.
- Perché nel mio universo non è più possibile, ma nel tuo è ancora tutto da decidere e potrete avere tutto quello che a noi è stato negato.
Rimase fermo, il manipolatore sulla mano aperta, aspettando che il bambino decidesse se accettare il dono. Non lo deluse, lo prese con cautela con entrambe le mani e lo ripose in una tasca. Poi alzò lo sguardo e lo ringraziò, sorridendo come solo un bambino innocente poteva fare.
L'uomo annuì e fece un passo indietro, apprestandosi ad andarsene.
- Aspetta, non mi hai nemmeno detto il tuo nome, - esclamò il bambino richiamandolo.
Ne aveva avuti tanti nella vita, ma solo uno era stato pronunciato dalle persone che aveva amato davvero.
- Jack, - disse semplicemente.
- Ha un suono strano, ma mi piace, - osservò il bambino.
- Lo spero bene, è un'antica forma del tuo nome, molto usata in passato sulla Terra, - spiegò.
- Allora da oggi mi farò chiamare Jack anch'io! - dichiarò il bambino, ridendo mentre osservava lo straniero che spariva avvolto in un fascio di luce.

Fine

11 agosto 2010


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