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Questa è la prima volta che mi cimento in una fanfiction su persone reali anzichè personaggi televisivi. Nata di getto, grazie/per colpa della mia preziosa beta che mi ha dato un prompt su cui lavorare e basata principalmente su cose realmente scritte da John Barrowman su Twitter o lette in qualche intervista.

Titolo: A provocare un sorriso è quasi sempre un altro sorriso
Genere: romantico
Rating: per tutti
Avvisi: RPF (Real Person Fiction), slash
Personaggi: John Barrowman / Scott Gill
N. parole: 419
Genere: romantico
Rating: per tutti
Avvisi: RPF (Real Person Fiction), slash
Personaggi: John Barrowman / Scott Gill
N. parole: 419
Disclaimer: questa è un'opera di fantasia, purtroppo non conosco personalmente John e Scott, ma insieme alla mia beta sono prontissima ad adottarli, cani compresi, per cui se qualcuno sapesse come contattarli...
Dedicata a Joy che mi sostiene nelle idee più folli, alle gif animate saltellanti e infine a John e Scott, una delle più belle coppie mai "incontrate".
Il traffico era peggio del solito e lui aveva dovuto trattenersi a Londra più di quanto avrebbe voluto a causa di un cliente che, per l'ennesima volta, aveva cambiato idea sulla disposizione delle stanze. Scott amava il suo lavoro ed era generalmente paziente e comprensivo con i clienti ma era sabato sera e voleva essere a casa in tempo per vedere insieme a John l'ultima puntata del suo show.
Strinse nervosamente il volante, immaginando il suo compagno che per ingannare l'attesa lasciava su Twitter messaggi e foto che avrebbe fatto meglio a tenere per sé.
Guardò l'ora con impazienza e soppesò l'idea di telefonargli.
"Se lo faccio, per almeno cinque minuti non combinerà guai", si disse ripensando a come aveva ridotto la cucina una settimana prima con la scusa di preparare il dessert per lui e suo nipote.
- John? Ho attraversato il Severn poco fa. Come vanno le cose lì? - chiese.
- I ragazzi sono giù di corda perché speravano che oggi pomeriggio saresti stato qui ad accompagnarci fuori e volevo sperimentare una delle nuove ricette che mi ha mandato ieri Carole, - rispose con eccessivo brio.
Scott sospirò, lasciare John da solo al sabato era un azzardo, soprattutto quando era sulle spine per un suo programma che stava per andare in onda, ma lui aveva clienti che lavoravano tutta la settimana ed era il solo giorno in cui potevano prendere appuntamento con lui.
- Non possiamo ordinare una pizza? - chiese con tono leggero mentre tamburellava con le dita sul volante.
- Ormai ho tirato fuori tutto il necessario, vedrai sarà una zuppa favolosa! Hey CJ vieni qui che non ti ho ancora provato il maglioncino nuovo, - esclamò John.
Scott scosse la testa, ascoltando i suoni che provenivano dal telefono, ed immaginandolo che inseguiva il cane per casa. Quella povera bestia prima o poi avrebbe imparato a chiamare la protezione animali se John non avesse smesso di fargli indossare le cose più strane.
Finalmente il traffico sembrava essersi diradato.
- John, tra mezzora sono lì, - gridò nel telefono guardandosi attorno con imbarazzo. Sperava sinceramente che nessuno degli altri automobilisti lo avesse sentito.
- Ti aspettiamo Scottie, - rispose John mandandogli sonoramente un bacio e chiudendo la comunicazione.
Trentacinque minuti dopo Scott venne accolto alla porta da un John sorridente e arruffato, in pigiama e calzini spessi con in braccio CJ, abbigliato con una casacca bianca a righe azzurre, uguale al pigiama del suo compagno.
E non poté fare a meno di ricambiare il sorriso.
Strinse nervosamente il volante, immaginando il suo compagno che per ingannare l'attesa lasciava su Twitter messaggi e foto che avrebbe fatto meglio a tenere per sé.
Guardò l'ora con impazienza e soppesò l'idea di telefonargli.
"Se lo faccio, per almeno cinque minuti non combinerà guai", si disse ripensando a come aveva ridotto la cucina una settimana prima con la scusa di preparare il dessert per lui e suo nipote.
- John? Ho attraversato il Severn poco fa. Come vanno le cose lì? - chiese.
- I ragazzi sono giù di corda perché speravano che oggi pomeriggio saresti stato qui ad accompagnarci fuori e volevo sperimentare una delle nuove ricette che mi ha mandato ieri Carole, - rispose con eccessivo brio.
Scott sospirò, lasciare John da solo al sabato era un azzardo, soprattutto quando era sulle spine per un suo programma che stava per andare in onda, ma lui aveva clienti che lavoravano tutta la settimana ed era il solo giorno in cui potevano prendere appuntamento con lui.
- Non possiamo ordinare una pizza? - chiese con tono leggero mentre tamburellava con le dita sul volante.
- Ormai ho tirato fuori tutto il necessario, vedrai sarà una zuppa favolosa! Hey CJ vieni qui che non ti ho ancora provato il maglioncino nuovo, - esclamò John.
Scott scosse la testa, ascoltando i suoni che provenivano dal telefono, ed immaginandolo che inseguiva il cane per casa. Quella povera bestia prima o poi avrebbe imparato a chiamare la protezione animali se John non avesse smesso di fargli indossare le cose più strane.
Finalmente il traffico sembrava essersi diradato.
- John, tra mezzora sono lì, - gridò nel telefono guardandosi attorno con imbarazzo. Sperava sinceramente che nessuno degli altri automobilisti lo avesse sentito.
- Ti aspettiamo Scottie, - rispose John mandandogli sonoramente un bacio e chiudendo la comunicazione.
Trentacinque minuti dopo Scott venne accolto alla porta da un John sorridente e arruffato, in pigiama e calzini spessi con in braccio CJ, abbigliato con una casacca bianca a righe azzurre, uguale al pigiama del suo compagno.
E non poté fare a meno di ricambiare il sorriso.
Fine
7 settembre 2010