Domaris68 (
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speakingofdreams2011-01-12 02:30 pm
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Cabin Pressure: I wanted to be an aeroplane
Immagino di essere l'unica fan italiana di questa simpaticissima Radio Comedy britannica. L'ho scoperta per caso, grazie al fatto che una delle voci è Benedict Cumberbatch (interpreta Martin Crieff, per l'appunto) e non mi sono mai divertita tanto!

Titolo: I wanted to be an aeroplane
Genere: commedia
Rating: per tutti
Personaggi: Martin Crieff
N. parole: 528
Genere: commedia
Rating: per tutti
Personaggi: Martin Crieff
N. parole: 528
Non è mai stato così in ritardo. Non sarebbe mai arrivato a casa di Carolyn in tempo, nemmeno se non avesse forato una gomma prima ancora di partire. Si è dovuto rassegnare a prendere il furgone per raggiungere l'aeroporto e poi non ha potuto fare a meno di tardare ulteriormente perché non avrebbe mai permesso a nessuno di vedere il capitano scendere da quel vecchio rudere ed è dovuto andare a cambiarsi e fare l'ultimo tratto di strada a piedi, velocemente ma mantenendo un'andatura dignitosa. E alla fine il ritardo è diventato abissale perché per un attimo ha avuto tutta la sua vita davanti, dato che nonostante le sue precauzioni il furgone era perfettamente visibile dalla pista, ed è stato uno shock.
Marty, il giovanotto che fa consegne a domicilio con il vecchio furgone, unica eredità ricevuta dal padre. E il Capitano Crieff, orgoglioso pilota d'aereo, nonostante gli ci siano voluti innumerevoli tentativi per prendere il brevetto.
Quello davanti a lui è il suo sogno, quello che ha desiderato con tutto il cuore da quando aveva sei anni, ed è disposto ad ammettere di essere stato un po' confuso prima di quell'età perché il suo sogno precedente era stato quello di essere un aeroplano. Ma ce l'ha fatta e poco conta che non riceva alcun compenso.
Dietro di lui c'è il suo lavoro. Il furgone: vecchio, vivacemente colorato e con grandi insegne laterali (se hai una piccola impresa basata sul tuo mezzo di trasporto devi farlo sapere a tutti, questo lo afferra persino lui che di affari non ne capisce niente). Deve pur mantenersi in qualche modo e fare consegne a domicilio gli permette di pagare tutte le spese, compreso il conto astronomico della lavanderia a secco, perché il capitano di un velivolo non può permettersi di andare in giro con la divisa meno che impeccabilmente stirata e inamidata e lui, la sola volta che ci ha provato, ha fatto un buco nella giacca con il ferro.
Non ha tempo per una vita privata, lavora per vivere e vive per pilotare il luccicante aereo davanti a lui. Sempre che Carolyn lo perdoni per il ritardo e non lo licenzi. Gli si spezzerebbe il cuore se lo facesse perché l'insopportabile Douglas, l'ingenuo Arthur e l'autoritaria Carolyn sono la sua famiglia e perché nessun altro al mondo gli permetterebbe di sedersi in una cabina di pilotaggio e questo non potrebbe mai sopportarlo.
- Martin! Grazie al cielo hai ascoltato il mio messaggio! Il tuo provvidenziale ritardo ci ha liberati di un breve volo pieno di fastidiosissimi passeggeri e abbiamo guadagnato un carico inanimato per Taiwan, - lo apostrofa Carolyn da dietro facendogli quasi venire un infarto.
E' perplesso, e direbbe sicuramente una stupidaggine se Douglas e Arthur non arrivassero in quel momento, impegnati in una discussione particolarmente bislacca a cui si sente in dovere di partecipare. E sorride, felice che il suo ritardo sia stato per una volta non una delle sue solite sfortune ma proprio quello che ci voleva. Salendo a bordo si sofferma un attimo davanti al portellone e posa una mano sul metallo lucente.
“Volevo essere un aeroplano ma è molto meglio essere il suo pilota.”
Marty, il giovanotto che fa consegne a domicilio con il vecchio furgone, unica eredità ricevuta dal padre. E il Capitano Crieff, orgoglioso pilota d'aereo, nonostante gli ci siano voluti innumerevoli tentativi per prendere il brevetto.
Quello davanti a lui è il suo sogno, quello che ha desiderato con tutto il cuore da quando aveva sei anni, ed è disposto ad ammettere di essere stato un po' confuso prima di quell'età perché il suo sogno precedente era stato quello di essere un aeroplano. Ma ce l'ha fatta e poco conta che non riceva alcun compenso.
Dietro di lui c'è il suo lavoro. Il furgone: vecchio, vivacemente colorato e con grandi insegne laterali (se hai una piccola impresa basata sul tuo mezzo di trasporto devi farlo sapere a tutti, questo lo afferra persino lui che di affari non ne capisce niente). Deve pur mantenersi in qualche modo e fare consegne a domicilio gli permette di pagare tutte le spese, compreso il conto astronomico della lavanderia a secco, perché il capitano di un velivolo non può permettersi di andare in giro con la divisa meno che impeccabilmente stirata e inamidata e lui, la sola volta che ci ha provato, ha fatto un buco nella giacca con il ferro.
Non ha tempo per una vita privata, lavora per vivere e vive per pilotare il luccicante aereo davanti a lui. Sempre che Carolyn lo perdoni per il ritardo e non lo licenzi. Gli si spezzerebbe il cuore se lo facesse perché l'insopportabile Douglas, l'ingenuo Arthur e l'autoritaria Carolyn sono la sua famiglia e perché nessun altro al mondo gli permetterebbe di sedersi in una cabina di pilotaggio e questo non potrebbe mai sopportarlo.
- Martin! Grazie al cielo hai ascoltato il mio messaggio! Il tuo provvidenziale ritardo ci ha liberati di un breve volo pieno di fastidiosissimi passeggeri e abbiamo guadagnato un carico inanimato per Taiwan, - lo apostrofa Carolyn da dietro facendogli quasi venire un infarto.
E' perplesso, e direbbe sicuramente una stupidaggine se Douglas e Arthur non arrivassero in quel momento, impegnati in una discussione particolarmente bislacca a cui si sente in dovere di partecipare. E sorride, felice che il suo ritardo sia stato per una volta non una delle sue solite sfortune ma proprio quello che ci voleva. Salendo a bordo si sofferma un attimo davanti al portellone e posa una mano sul metallo lucente.
“Volevo essere un aeroplano ma è molto meglio essere il suo pilota.”
Fine
12 gennaio 2011