ext_84794: Kate Todd (sherlock)
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Questa storia è il risultato di troppe riletture di “L'ultima avventura” e “La casa vuota” di Arthur Conan Doyle con in sottofondo la voce di John Barrowman. Alla fine due canzoni (“One Night Only” e “Unusual Way”) si sono inestricabilmente legate alle situazioni dei due racconti e questo è il risultato.


Titolo: One night you made me whole
Genere: malinconico
Rating: per tutti
Avvisi: slash
Spoilers: “L'ultima avventura” (The Final Problem), “L'avventura della casa vuota” (The Adventure of the Empty House) di Arthur Conan Doyle
Personaggi: Sherlock/John
N. parole: 794


Dedicato a Joy.
Let's not pretend to care

Alla cascata di Reichenbach

Il gioco finirà tra poco. Non ho considerato autentico nemmeno per un istante il messaggio che ha richiamato John in hotel ma per il suo bene ho finto di crederlo. Andrà su tutte le furie quando si renderà conto di essere stato allontanato deliberatamente e minaccerà di uccidermi ma, se conosco Moriarty come credo, sarà ormai troppo tardi. Così come ero certo che nella sua immediata sete di vendetta avrebbe deciso di concentrarsi unicamente su di me. John è troppo testardo, non accetta che io sia disposto a morire pur di liberare il mondo da Jim Moriarty, ho inutilmente tentato di farglielo capire mentre sentivo che la fine si stava avvicinando. Ci sarei riuscito solo facendomi odiare prima del tempo e questo, stranamente, non lo volevo. Sentimenti, la gente ci casca spesso. Apparentemente ho passato troppo tempo con John Watson per non esserne almeno parzialmente influenzato. La notte scorsa è stata solo un momento fine a se stesso e nient'altro avrebbe mai potuto esserci tra noi. John lo sa ma è uno sciocco sentimentale, non importa quante volte gli ho ricordato che gli eroi non esistono.
Mascherati dal suono della cascata sento dei passi. Mi dispiace John...

Something inside me surrender

Tre anni dopo, nello studio medico di John

Dovrei essere furioso, stringergli quella onnipresente sciarpa intorno al collo fino a strangolarlo. Mi ha lasciato credere che fosse morto, che avevo fallito il mio proposito di proteggerlo. Tre anni di solitudine a rimpiangere il suono stridente del suo violino, l'odore di agenti chimici attorno alla sua persona e ad avere l'uso esclusivo del mio portatile che senza di lui è diventato inutile. Dovrei tirargli un pugno in faccia dopo il modo plateale con cui si è smascherato, come se si fosse trattato solo di uno scherzo ben riuscito. Dovrei smettere di restare qui a guardarlo dormire come se fosse la più bella cosa che abbia mai visto. Ma è Sherlock ed è insolito, brillante, geniale. Sin dal primo momento in cui l'ho incontrato ha reso la mia vita avventurosa, caotica, speciale. E involontariamente ricordo quella notte, quell'unico momento in cui mi ha permesso di amarlo anche se la mattina dopo gli ho letto nello sguardo che non ne avremmo mai nemmeno accennato. E devo stringere il pugno lungo il fianco per non allungare la mano e scostargli i riccioli dalla fronte. O semplicemente toccarlo per essere davvero certo che non sia un'allucinazione. Sherlock Holmes, il mio amico, il mio coinquilino, il mio amante di una notte sola. Dovrei essere furioso ma mi sento come ubriaco, è tornato e io non potrei essere più felice.

One night you made me whole

221b Baker Street

La signora Hudson aveva portato l'arrosto e Lestrade si era presentato con una bottiglia di vino buono per festeggiare. Ma ora i due coinquilini erano soli e se ne stavano tranquillamente seduti nelle loro poltrone, lo sguardo di entrambi che vagava nella stanza a prendere nota dello scompiglio che il consulente investigativo era riuscito a ricreare in poche ore dal suo ritorno, per tornare a soffermarsi sulla figura rilassata e sorridente dell'altro. Sherlock aveva raccontato delle sue avventure in giro per il mondo durante la cena ed ora, le lunghe dita che accarezzavano distrattamente il violino, sembrava non avere fretta di muoversi ma John era certo che entro un paio di giorni tutto sarebbe stato come se l'amico non avesse mai lasciato l'appartamento.
Cercò di reprimere uno sbadiglio ma la notte prima non aveva nemmeno finto di andare a letto ed ora non voleva farlo.
- John, non ho alcuna intenzione di andarmene, - dichiarò severamente Sherlock, come se gli avesse letto nella mente.
- Come... - iniziò a chiedere, poi scosse la testa e si alzò. - Non importa. Buona notte, Sherlock.
Non aveva fatto che pochi passi quando si sentì afferrare il polso.
Sherlock teneva lo sguardo fisso sul violino e il suo tono era basso e curiosamente esitante.
- Ho avuto tempo di pensare mentre ero via. Questa cosa tra noi, comunque tu voglia chiamarla, è possibile che possa coesistere con il mio lavoro adesso che... Sempre che tu lo voglia ancora...
Nel pronunciare l'ultima frase aveva alzato lo sguardo ed ora penetranti occhi grigi scrutavano dentro quelli indefinibili del dottore.
John non era mai stato bravo con le parole ed ora non sapeva cosa dire, come dichiarare tutto quello che provava senza fare la figura del cretino. Sentì la mano di Sherlock allentare la presa e, quasi in preda al panico, allungò quella libera fino a posarla tra il collo e la spalla dell'altro uomo. Un sorriso spuntò sulle labbra di entrambi mentre la distanza si riduceva fino ad annullarsi.

Fine

13-16 gennaio 2011

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