ext_84794: Kate Todd (smacked)
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Titolo: Quarto giorno
Genere: generale, malinconico, amicizia
Rating: per tutti
Personaggi: Stella Bonasera
N. parole: 693




La sveglia avrebbe suonato alle 5 ma il cellulare la destò una mezzora prima. Nel suo lavoro era un'occorrenza piuttosto comune. Non aveva finito i rilevamenti sulla prima scena del crimine che un'altra chiamata la mandò dalla parte opposta della città. Quando riuscì a tornare al laboratorio trovò Gerrard ad aspettarla nell'ufficio di Mac. Rabbrividì vedendolo seduto dietro alla scrivania come se gli appartenesse. Mac non gli avrebbe permesso di stargli con il fiato sul collo ma Stella non aveva il potere di impedirglielo. Inoltre non era esattamente famosa al distretto per la propria diplomazia. Più di una volta se l'era cavata solo perchè Mac aveva preso le sue difese. Adesso che lui non era li a coprirle le spalle doveva evitare a tutti i costi di mettersi nei guai.
La giornata proseguì frenetica, nonostante il gelo che Stella avvertiva nei propri confronti, il team lavorava alacremente per ottenere dei risultati e quel pomeriggio interrogarono un sospettato. Purtroppo Don non aveva guardato bene l'uomo che aveva sparato a Mac per cui avevano bisogno di ulteriori prove e di un riscontro del dna che sarebbe stato pronto solo l'indomani. A fine turno, sparirono tutti, senza dubbio Don e Danny sarebbero andati all'ospedale e Lindsey e Hawkes si sarebbero accodati.
- Tu non vai con loro?
Sorpresa Stella si volse. Adam guardò a terra imbarazzato. La domanda gli era sfuggita involontariamente.
- Non posso, - rispose lei, con un sorriso triste. E spiegò: - Mac si aspetta di trovare tutto in ordine quando torna
Adam annuì senza dire nulla e uscì, lasciando Stella sola con i suoi pensieri. Nell'ufficio di Mac l'aspettava una pila di rapporti e documenti da sistemare, troppi per portarli altrove. Si fermò a guardare l'angolo in cui aveva appeso i ricordi di quand'era un marine. Non si era mai soffermata a guardarli veramente, se lo avesse fatto in sua presenza gli avrebbe fatto delle domande e sapeva quanto lui fosse restio a parlarne. Di quello e di molte altre cose, come la relazione con Peyton. Stella lo aveva intuito mesi prima, da piccoli segnali che per chiunque altro non avrebbero significato nulla. Lei conosceva Mac troppo bene perchè potessero sfuggirle. Come non le era sfuggita la tensione che recentemente si era instaurata tra i due. Non poteva negare di provare una punta di invidia per la donna che aveva saputo attraversare tutte le barriere che Mac aveva eretto dopo la morte di Claire. Sperava si riconciliassero perchè lui meritava di essere felice dopo tutto quello che aveva passato. Volse le spalle alle foto incorniciate e risolutamente si mise al lavoro.
Quando anche l'ultimo rapporto era stato firmato ed archiviato Stella stirò gli arti rimasti troppo a lungo nella stessa posizione e si alzò. Spense la luce sulla scrivania e si avviò alla porta quando sentì arrivare qualcuno. Guardò l'ora e si rese conto che era già iniziato il turno di notte. Stella raccolse le sue cose e si avviò all'uscita. Poco prima di entrare in ascensore si scontrò con Peyton.
- Ancora qui? - le chiese l'altra con tono poco amichevole.
Mordendosi la lingua per evitare di dare una rispostaccia, Stella si limitò ad annuire e fece per proseguire per la sua strada.
- Sei incredibile lo sai? Ma non avrai il posto di Mac, lui sarà dimesso presto dall'ospedale e tornerà ad essere il tuo capo!
Stella si volse di scatto. Cosa poteva dire? Peyton sembrava disposta meno degli altri a comprendere le sue ragioni. Aveva in mente due o tre risposte che avrebbero lasciato la giovane inglese a bocca aperta ma ancora una volta si trattenne, anche se avrebbe provato una certa soddisfazione a cancellare quell'espressione compiaciuta dalla rivale.
Peyton doveva aver equivocato il suo silenzio, perchè insistette.
- Non sei nemmeno andata a trovarlo!
Stella a questo punto dovette fare davvero un enorme sforzo per non sorridere. Le riscaldava il cuore sapere che Mac aveva tenuto per se la sua visita. Non avrebbe scambiato parole grosse con Peyton, non le importava quello che pensava di lei.
Raddrizzò le spalle, e senza degnare di un'altra occhiata la giovane donna entrò in ascensore.

4 febbraio 2008

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