NCIS: Una lenta rinascita 14/?
Apr. 21st, 2009 10:57 pm![[identity profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/openid.png)
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Titolo: Giochi di potere
Genere: generale, romantico
Rating: per tutti
Avvisi: AU, Kate Todd è sopravvissuta all'attentato di Ari
Personaggi: un po' tutti
N. parole: 650
3x16 Segreti di famiglia (Family Secret)
13. Dubbi | Indice | 15. Un piccolo aiuto
Genere: generale, romantico
Rating: per tutti
Avvisi: AU, Kate Todd è sopravvissuta all'attentato di Ari
Personaggi: un po' tutti
N. parole: 650
3x16 Segreti di famiglia (Family Secret)
Ziva sedeva alla sua scrivania, cercando di completare il proprio rapporto, maledicendo le sottigliezze della lingua inglese. Seccata, sbatté una mano sulla tastiera e si guardò attorno. McGee stava lavorando alacremente, mentre DiNozzo stava di nuovo approfittando dell'assenza di Gibbs per giocare con il cellulare. Come facesse a trovare indizi e compilare i rapporti in tempo era per lei un mistero, dal momento che non sembrava lavorare mai. La scrivania di Kate era vuota, la donna aveva lasciato l'ufficio all'ora di pranzo dicendo qualcosa su un appuntamento, una visita o qualcosa di simile. E Gibbs era chissà dove, con lui non si poteva mai sapere. Alzò lo sguardo e vide Jenny al piano di sopra, appoggiata alla ringhiera. Il breve cenno che il direttore le rivolse prima di allontanarsi era inequivocabile. Ziva diede un'occhiata ai suoi colleghi, una volta sicura che non badavano a lei, si alzò e si affrettò a raggiungere Jenny nell'MTAC.
C'era un'operazione in corso sul grande schermo ma non vi prestò attenzione e sedette accanto all'altra donna, intenta a sorseggiare una tazza di caffè.
- Allora Ziva, sono passati quasi quattro mesi, come ti trovi?
- Mi piace tanto stare qui, - rispose la giovane tra l'ironico e il convinto.
Era sicura di non voler tornare a Tel Aviv, per lo meno non così presto, dopo lo scontro che aveva avuto con suo padre davanti alla bara del suo fratellastro. Era grata a Jenny dell'opportunità che le aveva dato e anche a Gibbs per averla accettata nel suo team, ma trovava difficile adattarsi al suo stile, più di quanto non trovasse strani i modi di dire americani. Ma lei e il direttore ne avevano già parlato la settimana scorsa, quando le aveva chiesto aiuto per il caso su cui stavano lavorando, per cui il motivo di questo colloquio doveva essere un altro.
Non dovette attendere molto, prima che l'altra donna chiedesse a bruciapelo:
- Cosa ne pensi dell'agente Todd?
Ziva sospirò, irritata. Non voleva avere nulla a che fare con i giochi di potere con cui la Shepard cercava di controllare Gibbs, ma al tempo stesso aveva un debito di riconoscenza nei suoi confronti.
Cercò di essere il più onesta possibile e imparziale nella sua risposta.
- Da principio non capivo perché Gibbs insistesse così tanto ad averla in squadra. Voglio dire, è brava nel suo campo, ma non è che la sua competenza sia sempre indispensabile per i casi su cui indaghiamo ed è troppo tenera con i sospettati.
A questo Jenny annuì e le fece cenno di continuare.
- Ma Gibbs la ascolta. Non che faccia quello che lei propone, ma la sta a sentire e nel frattempo formula la sua strategia. Quando lei non è presente, beh, è più difficile da trattare, più impaziente. Kate ha un certo ascendente su di lui, anche se nessuno dei due, o del resto della squadra, lo ammetterebbe mai.
Questa volta fu Jenny a sospirare. Stava accadendo quello che aveva temuto. Un tempo Jethro sarebbe andato da lei, ma sembrava che adesso non avesse abbastanza fiducia, talvolta aveva persino l'impressione che non la rispettasse abbastanza. Di certo le aveva fatto capire senza mezzi termini che non voleva interferenze nelle sue indagini.
Quello che Jethro non voleva capire era che lei aveva il diritto di interessarsi a qualsiasi investigazione in corso e lui doveva smetterla di trattarla come se lei non sapesse stare al suo posto. Avrebbe trovato il modo, nel frattempo si sarebbe dimostrata comprensiva con lui e con la sua squadra.
- Posso andare? - le chiese Ziva, resasi conto che non la stava più ascoltando.
- Si, puoi andare. Ma voglio un rapporto confidenziale su tutta la squadra per la prossima settimana.
La ragazza le diede una strana occhiata, ma annuì e se ne andò in fretta. Jethro la stava innegabilmente portando dalla sua parte, ma per il momento poteva ancora avvalersi del suo aiuto.
C'era un'operazione in corso sul grande schermo ma non vi prestò attenzione e sedette accanto all'altra donna, intenta a sorseggiare una tazza di caffè.
- Allora Ziva, sono passati quasi quattro mesi, come ti trovi?
- Mi piace tanto stare qui, - rispose la giovane tra l'ironico e il convinto.
Era sicura di non voler tornare a Tel Aviv, per lo meno non così presto, dopo lo scontro che aveva avuto con suo padre davanti alla bara del suo fratellastro. Era grata a Jenny dell'opportunità che le aveva dato e anche a Gibbs per averla accettata nel suo team, ma trovava difficile adattarsi al suo stile, più di quanto non trovasse strani i modi di dire americani. Ma lei e il direttore ne avevano già parlato la settimana scorsa, quando le aveva chiesto aiuto per il caso su cui stavano lavorando, per cui il motivo di questo colloquio doveva essere un altro.
Non dovette attendere molto, prima che l'altra donna chiedesse a bruciapelo:
- Cosa ne pensi dell'agente Todd?
Ziva sospirò, irritata. Non voleva avere nulla a che fare con i giochi di potere con cui la Shepard cercava di controllare Gibbs, ma al tempo stesso aveva un debito di riconoscenza nei suoi confronti.
Cercò di essere il più onesta possibile e imparziale nella sua risposta.
- Da principio non capivo perché Gibbs insistesse così tanto ad averla in squadra. Voglio dire, è brava nel suo campo, ma non è che la sua competenza sia sempre indispensabile per i casi su cui indaghiamo ed è troppo tenera con i sospettati.
A questo Jenny annuì e le fece cenno di continuare.
- Ma Gibbs la ascolta. Non che faccia quello che lei propone, ma la sta a sentire e nel frattempo formula la sua strategia. Quando lei non è presente, beh, è più difficile da trattare, più impaziente. Kate ha un certo ascendente su di lui, anche se nessuno dei due, o del resto della squadra, lo ammetterebbe mai.
Questa volta fu Jenny a sospirare. Stava accadendo quello che aveva temuto. Un tempo Jethro sarebbe andato da lei, ma sembrava che adesso non avesse abbastanza fiducia, talvolta aveva persino l'impressione che non la rispettasse abbastanza. Di certo le aveva fatto capire senza mezzi termini che non voleva interferenze nelle sue indagini.
Quello che Jethro non voleva capire era che lei aveva il diritto di interessarsi a qualsiasi investigazione in corso e lui doveva smetterla di trattarla come se lei non sapesse stare al suo posto. Avrebbe trovato il modo, nel frattempo si sarebbe dimostrata comprensiva con lui e con la sua squadra.
- Posso andare? - le chiese Ziva, resasi conto che non la stava più ascoltando.
- Si, puoi andare. Ma voglio un rapporto confidenziale su tutta la squadra per la prossima settimana.
La ragazza le diede una strana occhiata, ma annuì e se ne andò in fretta. Jethro la stava innegabilmente portando dalla sua parte, ma per il momento poteva ancora avvalersi del suo aiuto.
21 aprile 2009
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