Torchwood: City View
Dec. 10th, 2010 11:46 pm![[identity profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/openid.png)
![[community profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/community.png)
Sembra che ultimamente non riesca a scrivere storie liete. Questa flashfic l'ho scritta oggi di getto ma non ero convinta che fosse pubblicabile. Dal momento che la mia preziosa beta è convinta del contrario, eccola qui...

Titolo: City View
Genere: malinconico, triste
Rating: per tutti
Spoilers: post Children Of Earth
Personaggi: Jack Harkness
N. parole: 395
Genere: malinconico, triste
Rating: per tutti
Spoilers: post Children Of Earth
Personaggi: Jack Harkness
N. parole: 395
Cardiff non era cambiata molto. Alla luce di un sole velato aveva potuto distinguere qua e là cantieri e nuovi edifici ma ora che il vento aveva spazzato le nubi e la luna si rispecchiava nelle acque della baia, la vista era esattamente come la ricordava. Sotto di lui la gente usciva dal teatro e sostava brevemente alla luce della torre dell'acqua, per poi dirigersi verso il parcheggio o la fermata dei bus. Qualcuno si fermò per un attimo sulla lastra che per molti anni aveva nascosto l'entrata panoramica di Torchwood senza che avvenisse nulla di strano. Roald Dahl Plass era stata ricostruita ancora una volta, ma sotto al livello stradale le macerie del labirinto di stanze e corridoi che avevano costituito la base sotterranea erano state sigillate e abbandonate.
Una folata di vento lo fece rabbrividire e si strinse nella giacca leggera, inadatta al clima invernale in Galles. Non che facesse differenza, morire letteralmente di freddo era quasi indolore e al ritorno il corpo avrebbe compensato con una temperatura più alta del normale, ma non sarebbe avvenuto. Non per il breve tempo che gli restava prima che un trasporto si fosse trovato alle giuste coordinate per raccoglierlo e riportarlo il più lontano possibile dalla Terra.
Non era tornato intenzionalmente. La nave su cui stava viaggiando aveva dovuto fare una sosta imprevista allo spazioporto ai margini del sistema solare e, dopo una sosta al bar, impulsivamente aveva chiesto un passaggio. Solo una volta arrivato si era reso conto di non sapere cosa fare. Non c'era nessuno che potesse, o volesse, contattare e non c'era nessun posto in cui sarebbe stato benvenuto. Così aveva vagato per strade familiari fino a giungere ai margini della piazza e lì si era bloccato, investito dal peso di troppi ricordi. Aveva attraversato la Plass quasi di corsa, era salito sul tetto del Millennium Center e da lì per ore aveva osservato la città e la gente, ignara come sempre delle meraviglie e dei pericoli che esistevano al di fuori del loro piccolo mondo. Il ventunesimo secolo avrebbe presto cambiato tutto ma i terrestri sarebbero stati presi alla sprovvista perché pochi erano consapevoli di quello che li aspettava.
Le luci della baia tremolarono fino a diventare una macchia indefinita mentre gli occhi si riempivano di lacrime trattenute e i volti delle tante, troppe, persone che aveva perduto si sovrapponevano alla città.
Una folata di vento lo fece rabbrividire e si strinse nella giacca leggera, inadatta al clima invernale in Galles. Non che facesse differenza, morire letteralmente di freddo era quasi indolore e al ritorno il corpo avrebbe compensato con una temperatura più alta del normale, ma non sarebbe avvenuto. Non per il breve tempo che gli restava prima che un trasporto si fosse trovato alle giuste coordinate per raccoglierlo e riportarlo il più lontano possibile dalla Terra.
Non era tornato intenzionalmente. La nave su cui stava viaggiando aveva dovuto fare una sosta imprevista allo spazioporto ai margini del sistema solare e, dopo una sosta al bar, impulsivamente aveva chiesto un passaggio. Solo una volta arrivato si era reso conto di non sapere cosa fare. Non c'era nessuno che potesse, o volesse, contattare e non c'era nessun posto in cui sarebbe stato benvenuto. Così aveva vagato per strade familiari fino a giungere ai margini della piazza e lì si era bloccato, investito dal peso di troppi ricordi. Aveva attraversato la Plass quasi di corsa, era salito sul tetto del Millennium Center e da lì per ore aveva osservato la città e la gente, ignara come sempre delle meraviglie e dei pericoli che esistevano al di fuori del loro piccolo mondo. Il ventunesimo secolo avrebbe presto cambiato tutto ma i terrestri sarebbero stati presi alla sprovvista perché pochi erano consapevoli di quello che li aspettava.
Le luci della baia tremolarono fino a diventare una macchia indefinita mentre gli occhi si riempivano di lacrime trattenute e i volti delle tante, troppe, persone che aveva perduto si sovrapponevano alla città.
Fine
10 dicembre 2010
da Joy
Date: 2010-12-10 10:49 pm (UTC)no subject
Date: 2010-12-11 07:05 am (UTC)