ext_84794: Kate Todd (gibbs)
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Spoiler 5x18 Judgment Day
Il finale della quinta stagione di NCIS è stato per un motivo o per l'altro un duro colpo da digerire. Questa mia breve storia si riallaccia alla scena finale della puntata e racconta i pensieri di Gibbs da quel punto in poi, fino al momento in cui prende un'importante decisione. Volevo provare a scriverne anche un seguito che, ambientato nello stesso momento, raccontasse i pensieri di Tony ma poi mi sono resa conto che non so descrivere i suoi pensieri e quindi ho preferito lasciar perdere. Ci sono elementi di Jibbs e di Tiva. Titolo e parte dell'idea derivano dalla canzone omonima di David Bowie.

Titolo: Survive
Genere: malinconico, triste
Rating: per tutti
Avvisi: spoilers finale quinta stagione
Personaggi: L.J. Gibbs
N. parole: 2212


Gibbs aveva preso i fascicoli che Leon Vance gli porgeva, meccanicamente. Sapeva che la sua squadra, quella che lui aveva messo insieme, si aspettava che dicesse qualcosa per convincere il nuovo direttore dell'NCIS a non dividerli. Lo sguardo che Ziva gli aveva lanciato nel momento in cui aveva saputo di dover tornare al Mossad era di pura disperazione. E non faticava ad immaginare lo sconcerto di McGee e il dolore di DiNozzo. Ma non poteva salvare i suoi ragazzi più di quanto non potesse salvare se stesso. Stringendo i fascicoli nella mano, fece un lieve cenno verso Leon e si volse verso la porta. Non poteva restare un minuto di più nell'ufficio di Jenny, se non voleva che lo vedessero crollare.

Non è più l'ufficio di Jenny, è di Leon Vance, adesso.”

Quel pensiero non faceva nulla per attenuare il dolore. Al contrario, rendeva il sacrificio di Jenny ancora più doloroso. Di tutte le persone qualificate per il posto di direttore, era stato scelto quello meno meritorio e vederlo dietro quella scrivania era un insulto. Ma non era il momento di pensarci.

DiNozzo, McGee e Ziva lo stavano guardando, sperando ancora che facesse qualcosa. Ma quello che videro nei suoi occhi li convinse ad abbassare lo sguardo. Tony senza aprire bocca segnalò agli altri due di uscire. Lanciò un'ultima occhiata verso di lui, colma di tristezza e comprensione, e si avviò dietro ai suoi colleghi.

Gibbs li seguì fuori dalla porta, guardandoli procedere insieme. DiNozzo era nel mezzo, con una mano posata sulla schiena di Ziva e l'altra sulla spalla di McGee. Tony avrebbe saputo consolarli, e loro gli avrebbero fatto capire che nulla di quanto accaduto era colpa sua.

Dovrei essere io a dirglielo.

Ma non poteva, non era in grado di consolare nessuno in quel momento. Si volse verso la scrivania dell'assistente personale del direttore e vide una donna bionda e severa che apriva e chiudeva cassetti, nemmeno Cynthia si era salvata. Soltanto lui sarebbe rimasto, perché il nuovo direttore pensava che era meglio averlo dove poteva tenerlo d'occhio.

Proseguì fino alla scala che portava all'open space. Quante volte, alzando lo sguardo, aveva trovato Jenny proprio in quel punto, intenta ad osservare lui e la sua squadra. Il suo modo di dirigere l'agenzia era stato atipico, aveva vissuto troppo tempo come agente operativo per accontentarsi di leggere dei rapporti. Si erano scontrati spesso sulle sue ingerenze nelle indagini, ma era sempre stato possibile contare su di lei e la sua determinazione quando non sapevano come procedere.

Mi manchi, Jenny.”

I suoi pensieri continuavano a tornare su di lei. Non riusciva a pensare ad altro da quando aveva visto la bara che veniva abbassata nel terreno.

Prima di quell'istante aveva saputo razionalmente che Jenny era morta, ma il non aver visto il suo corpo crivellato di colpi in quel posto dimenticato da dio, l'aveva resa una realtà astratta. Appena tornato dalla California era sceso da Ducky, ma il sacco era ancora chiuso e lui si era trovato con le mani tremanti e incapace ad aprire una semplice cerniera. Non aveva voluto sovrapporre quel ricordo a quello dell'ultima volta che aveva parlato con lei, prima che partisse insieme a Tony e Ziva.

Scese lentamente le scale e si diresse nello spazio riservato alla sua squadra, gettò i fascicoli che ancora teneva in mano sulla scrivania, e si volse a guardare gli altri. Stavano svuotando le postazioni dei loro oggetti personali, ma si fermarono appena lo videro.

Tony, a nome di tutti, gli chiese di andare con loro a bere qualcosa appena finito l'orario di lavoro.

- Ci saranno anche Abby, e Ducky, un ultimo bicchiere insieme prima di doverci separare, - spiegò tristemente.

Lui li scrutò uno per uno, erano giovani e spaventati, abituati a contare su di lui e sul resto della squadra ed ora costretti ad affrontare il mondo da soli. L'unica preparata a farlo era Ziva, ma l'NCIS l'aveva allontanata dai suoi demoni ed ora avrebbe dovuto tornare a conviverci.

Ed è innamorata di Tony, come io lo ero di Jenny.”


Questo rendeva tutto più difficile, anche se non c'era mai stata nessuna relazione trai due giovani. Stranamente gli dispiaceva che finisse così tra loro, erano perfetti insieme, nel lavoro si completavano a vicenda e con qualche aggiustamento avrebbero potuto formare un ottimo sodalizio anche nel privato. Non era necessariamente vero che le relazioni tra colleghi non funzionassero, ma erano complicate e spesso sacrificate alla carriera. Quella di Jenny era sempre venuta prima di tutto il resto, per questo lo aveva lasciato.

- Ci penserò, - rispose all'invito, senza nessuna convinzione.

Non si sentiva di stare in compagnia, anche se sarebbe stata l'ultima occasione per stare tutti insieme.

"Quasi tutti.”

Jenny non ci sarebbe stata, e nemmeno Kate. Teneva ancora, come un ricordo prezioso, chiuso a chiave nel cassetto della scrivania, il blocco da disegno della giovane ex agente dei servizi segreti che era stata uccisa tre anni prima dal fratellastro di Ziva. E ora, nella tasca interna della giacca, c'era il foglio che aveva trovato sulla scrivania di Jenny. Una lettera indirizzata a lui, poco contava che non avesse avuto il tempo di andare oltre il “Caro Jethro” dell'intestazione. Lui sapeva istintivamente cosa aveva voluto dirgli. Glielo aveva letto negli occhi molte volte da quando era tornata nella sua vita, ma l'orgoglio aveva avuto il sopravvento, il suo dannato orgoglio lo aveva tenuto lontano dall'unica donna che avesse amato davvero, dopo Shannon.

Meglio levare le tende.”

Chiuse in un cassetto il plico di carte, non gli importava chi gli fosse stato assegnato, lo avrebbe scoperto fin troppo presto, lasciò il distintivo al solito posto e si avviò in direzione dell'ascensore.

- Gibbs! - lo richiamò Ziva.

Si volse, lo sguardo freddo e impenetrabile.

- Aspettaci, siamo pronti ad andare anche noi, - esclamò Tony alzando una scatola piena di cianfrusaglie dalla scrivania, mentre McGee faceva altrettanto e Ziva si metteva a tracolla lo zaino più pieno del solito.

Rassegnato, entrò in ascensore e schiacciò il pulsante che bloccava la chiusura delle porte per permettere agli altri di entrare e sistemarsi in modo da farci stare anche le scatole.

Teste matte.”

DiNozzo aveva dato una gomitata a Ziva, prima che questa si rivolgesse di nuovo a lui, chiedendogli un passaggio fino al bar scelto per la bevuta di addio. Sembrava che si fossero coalizzati per non permettergli di stare da solo. Avrebbe potuto ignorarli, ma l'indomani due di loro sarebbero volati via e il terzo, anche rimanendo a Washington, non sarebbe più stato un suo agente. Poteva sopportarli ancora per una sera.

Quando arrivarono al locale trovarono l'anziano medico legale intento a consolare Abby. La giovane, appena li vide, corse loro incontro e abbracciò tutti con le lacrime agli occhi.

- Gibbs, fai qualcosa! Non puoi lasciare che Tony finisca su una nave, lui odia le navi! E Ziva non può tornare in Israele, abbiamo bisogno di lei, qui! E certamente non puoi lasciar andare via McGee, chi mi aiuterà con il computer se lui sarà dall'altra parte della strada a lavorare per altra gente? - esclamò dando voce alla richiesta che leggeva negli occhi di tutti.

Questo aveva scatenato una serie di proteste. Ducky aveva difeso l'amico, dicendosi sicuro che avesse fatto tutto il possibile, DiNozzo si era attribuito la colpa di tutto, Ziva gli aveva ricordato che non era affatto colpa sua, McGee aveva detto con poca convinzione che si sentiva onorato di essere trasferito dove sarebbero state apprezzate le sue capacitò con il computer. Solo Gibbs era rimasto in silenzio, anche se sapeva qualcosa che a tutti loro sfuggiva.

Leon farebbe di tutto per distruggermi.”

Sapeva che li aveva puniti perché erano leali a lui, perché se avessero dovuto scegliere da che parte stare, non aveva alcun dubbio che lo avrebbero appoggiato, indifferenti alle conseguenze. Lo avevano già fatto in più occasioni, lo avrebbero fatto ancora se ce ne fosse stata la necessità. Leon non voleva avere attorno sottoposti che non fossero pronti a seguire i suoi ordini, era vendicativo e adesso che era il suo direttore avrebbe avuto infiniti modi di fargliela pagare. Era anche stupido, avendogli tolto i suoi agenti, lo aveva liberato della preoccupazione di metterli in pericolo.

Finalmente arrivarono le bottiglie di liquore e, tutti insieme, brindarono alla memoria di Jenny, ognuno ricordando qualche aneddoto speciale che la riguardava, provocando alternativamente risate e lacrime negli altri. Quando fu il turno di Gibbs, inspirò a fondo prima di parlare. Non era un suo ricordo quello che condivise con gli altri, era parte di quanto gli aveva raccontato Mike Franks sulle ultime ore di vita di Jenny. Sul coraggio e la determinazione con cui aveva affrontato la morte, proteggendo i suoi agenti, tenendoli all'oscuro di quanto stava accadendo.

Cercando di salvare me.”

Questo fu il pensiero che lo scosse dal torpore. Aveva dato la vita, indipendentemente da quanto poca gliene fosse rimasta, per dare a lui una possibilità di salvezza. Quella che lui aveva quasi buttato via, quando quella donna era stata pronta a sparargli. Adesso sapeva cosa doveva fare, non avrebbe permesso che il sacrificio di Jenny venisse vanificato. Spettava a lui proteggere i suoi agenti e l'agenzia dai tipi come il nuovo direttore. Leon si aspettava di poterlo piegare, forse glielo avrebbe lasciato credere per un po', mentre avrebbe raccolto le prove della sua corruzione. Guardò la sua squadra. Ognuno di loro avrebbe fatto la sua parte, anche se nell'ombra, fino a quando non fosse venuto il momento in cui si sarebbero liberati di Leon e avrebbe potuto farli tornare insieme. Stava già cominciando ad elaborare un piano e a scegliere le persone di cui potersi fidare al di fuori del suo team. L'indomani avrebbe chiamato Cynthia, era stata sempre leale verso Jenny e sicuramente erano passati per le sue mani documenti la cui conoscenza gli sarebbe stata utile.

Per la prima volta da giorni, sorrise. Gli altri lo guardarono in modo strano, preoccupati. Ma quando aprì bocca riconobbero la determinazione che gli era abituale.

- Andiamo a casa mia, ho alcune cose importanti da dirvi. E non temete: andrà tutto bene.

Abby lo abbracciò di slancio, Tony e McGee sorrisero come due allocchi, Ziva e Ducky annuirono. Se Gibbs diceva che tutto sarebbe andato bene, loro erano pronti a crederci.

Fine

2 giugno 2008

 

Date: 2009-04-22 05:56 pm (UTC)
From: [identity profile] jess-ch-90.livejournal.com
Oddio che bella fanfic!!!

Scrivi benissimo!! Sai che non avevo fatto caso al tuo nick "domaris68"??? :P

Ora mi leggerò qualche tony/gibbs *shifty*
Grazie per aver scritto questa sorta di "capitolo" mancante. Se avessero fatto così nel telefilm, direi che sarei rimasta con una scia di ricordo più piacevole di quello che è attuale.

ah giusto, xD sono Jo del forum NCIS ^^

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